A pochi passi dal centro della città, i bolognesi, nelle afose giornate estive, cercano ristoro nella meravigliosa cornice del parco di Villa Ghigi, tra fiori selvatici e alberi da frutti.
Una voce nella notte, invoca una preghiera laica alla madredea.
Madre di terra e sassi
Madre di boschi e fiumi
Madre di fuoco e vento
Madre di ghiaccio e neve
Mara Redeghieri e i suoi giovani, bravissimi musici, invoca la sua sonata e la sua voce troneggia nella notte, si fa varco dalla casa del custode, si amplifica tra gli alberi, cullata dall’imponente Villa decadente, al centro del parco.
La casa del custode, così ricca di suggestioni, tra musica, gastronomia e natura è gestita da Petra e Bernardo ed il punto di ristoro per i viaggianti che assetati e affamati attraversano il parco. Il luogo perfetto per il Recital di Mara Redeghieri, Futura Umanità.
Polvere alla polvere
Nei secoli dei secoli
Venere dischiusa
Primavera vita nuova
Mara è capace di far risplendere il fuoco della resistenza, con una luce profonda e spirituale. Una forza antica che indaga nel privato che diventa politico, così che ognuno di noi può ritrovare la sua parte dietro la linea gotica (usando le parole dei C.S.I).
Allora ecco il Dio Walzer, che attraverso la voce di Mara, riscende dal parco fino al cuore della sua città con i suoi pensieri ribelli di montagna.
Eccola Bolormaa la contorta, che danza primordiale con la sua mimica inconfondibile, la sua voce soave che sa essere sempre punk.
Ustmamò? Qualcuno gode al ricordo di quella storia di suonatori indipendenti, così lontani dall’universo indie da cui siamo avvolti oggi.
Questo è solo un piccolissimo racconto emozionale di un concerto. Nato già consapevole di non poter descrivere una storia così lunga e piena di sfumature.
Allora non resta che scegliere una citazione ardita che concluda quest’emozione e sia una dedica a Mara e al suo mondo:
“Ciò che è sacro nell’arte è la bellezza.” Simone Wail. Santa laica.