Viva il vino spumeggiante
nel bicchiere scintillante,
come il riso dell’amante
mite infonde il giubilo.
Viva il vino ch’è sincero
che ci allieta ogni pensiero,
e che rinnega l’umor nero
nell’ebbrezza tenera.
Scena nona della Cavalleria Rusticana, melodramma in un unico atto di Pietro Mascagni. Siamo in Sicilia, nell’ osteria di Mamma Lucia, il giorno di Pasqua, e il giovane contadino Turiddu offre da bere a tutti prima di sfidare a duello il rivale in amore, il carrettiere Alfio.
Nato a Livorno nel 1863, Pietro Mascagni compose opere, brani sia per orchestra che vocali, cantate, romanze e musica per pianoforte.
Appassionato del gioco dello scopone, del sigaro, del biliardo, del tamburello, collezionista di quadri, orologi, pipe, bacchette per dirigere, scatole per sigari, cravatte, medaglie, pergamene… era un grande amico di Giacomo Puccini.
Si racconta che un giorno, a tavola, abbiano avuto una accesa discussione su quale fosse la pietanza più succulenta: il cacciucco alla livornese o la folaga rosolata alla lucchese?