La riscoperta del Liscio!

Il passato, presente e futuro di questo fenomeno contagioso che fa ancora molto ballare (e parlare!)

Da Zaclén a Secondo Casadei, dal MEI all’Orchestrina di Molto Agevole, un breve racconto della musica romagnola con intervista a Giordano Sangiorgi del MEI di Faenza.

L’origine del liscio.

Il liscio comprende valzer, polka e mazurka. Nella Romagna dell’ottocento, prima che questi balli fossero introdotti nei circoli cittadini e nelle campagne per poi dare origine al liscio romagnolo, c’erano altre danze della tradizione popolare. Alla fine dell’ottocento, da un suonatore di organetto a mantice  le prime orchestrine si ampliarono introducendo e liron, il lirone, strumento tra il violoncello e il contrabbasso, a tre corde  e, in seguito, e fabiol, il fabiolo, piccolo clarinetto in Do ad un’ottava, in bosso, con due o tre chiavi di ottone. L’orchestra si completò poi con l’introduzione della chitarra e del violino. Il passaggio dall’orchestra di ottoni a quella di archi può, in altri termini, considerarsi il passaggio dalla banda all’orchestrina da ballo con un repertorio inizialmente simile.  Da una parte, la banda alle marce ed ai pezzi tratti dal repertorio lirico affianca ballabili quali valzer, polke, mazurke, ecc. dall’altra parte, l’orchestrina da ballo oltre ai pezzi ballabili mantiene in repertorio qualche brano tratto dalle opere di Verdi, Gounod e altri autori di musica lirica e classica adeguandoli al proprio organico strumentale.

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Carlo Brighi detto “Zaclén”
“Taca Zaclèn!”. E il Capannone Brighi cominciava a suonare. Per circa cinquant’anni Carlo Brighi, detto Zaclèn (Anatroccolo) per la sua passione per la caccia alle anatre, viaggiò con la sua orchestra per tutta la Romagna suonando la musica da ballo nel suo salone di legno che innalzava, all’arrivar della sera, sulle aie, sui campi, nelle piazze dei paesi. Solo alle prime luci dell’alba faceva smontare il capannone entro il quale la gente aveva ballato tutta la notte senza stancarsi. I ballerini pagavano un soldo ogni due balli. Su una stampa dell’epoca si legge: “Una semplice struttura coperta da un tendone dove suona un’orchestra degna di una sala dorata”.
Brighi è considerato il capostipite del ballo liscio.

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Secondo Casadei
Nel 1924 Secondo Casadei venne chiamato a sostituire il secondo violino dell’orchestra di Emilio Brighi, figlio di Zaclèn. Fu una serata fortunata perché, come era tradizione, alle undici iniziarono gli assolo degli strumenti. Dopo il violino del maestro il pubblico chiese di sentire il ragazzetto, che non si fece pregare e l’esecuzione della “Mazurca variata” di Migliavacca venne applaudita a lungo e poi richiesta per un bis. Secondo introdusse nell’orchestra strumenti nuovi come il banjo e la batteria e per primo iniziò ad adottare il sax trasformando le composizioni del liscio nella forma canzone. Il suo punto di forza fu la combinazione tra clarino e sax.  E’ il 1954, l’anno di  “Romagna mia” ormai ballata e conosciuta in tutto il mondo, grazie anche a Radio Capodistria (allora popolarissima) e all’avvento dei juke-box, che ha portato Secondo Casadei, lo Strauss di Romagna, alla fama internazionale.

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Il processo alla Romagna di Secondo Casadei
“Romagna mia” di Secondo Casadei è ancora al centro di molte discussioni tanto che nel 2006 a San Mauro Mare è avvenuto un processo che avuto come imputato proprio lo Stile dello Strauss di Romagna.
L’accusa dello scrittore Eraldo Baldini e dello studioso di cultura romagnola Giuseppe Bellosi: la degenerazione dello stereotipo della Romagna folklorica, conseguente alla tradizione musicale promossa dalle orchestre-spettacolo «alla Casadei»,  aveva riferimenti lontani ed era colpevole di mistificare la tradizione in uno show per turisti. La difesa del regista televisivo Leandro Castellani e dell’ editore Roberto Casalini ha  puntato sulla capacità di Secondo Casadei di essere riuscito a  trasformare la musica «nobile» ottocentesca in un  momento di aggregazione popolare che tutti conosciamo.

A mio giudizio, quella “nostalgia del passato” porta con sé riferimenti culturali che si mischiano tra loro come in un ballo.  Il concetto di globale però è ancora lontano,  forse uno spettro negativo  già c’era nel ricordo malinconico di un migrante. Una canzone così eterna comunque, secondo me, si propone per sua natura come antidoto alla musica U.S.A. e getta. Incredibilmente una banda di grandi musicisti come l’Orchestrina di Molto Agevole,oggi, fa un liscio molto più fedele e di qualità che tantissime formazioni di Liscio-Dance che girano per le sagre dei paesi. Questa divertente formazione, che ha dato vita al disco Agevolissima  vol 1., fa della tradizione  il suo cavallo di battaglia:
“Dopo essere stato lungamente bistrattato, torna a scintillare il grande liscio d’autore: un manipolo di musicisti, di provenienza ardentemente inqualificabile, ha riunito le proprie passioni per questo mondo sonoro concependo un ‘orchestra in miniatura: L’Orchestrina di Molto Agevole.”

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Voi cosa ne pensate del liscio? Musica della tradizione o canzoncine per divertire i turisti in Romagna?
Abbiamo il piacere di sentire il parere di Giordano Sangiorgi che quest’anno, per celebrare i Sessant’anni di Romagna mia, ha organizzato uno spettacolo nel centro di Faenza per il MEI 2014.

Con l’evento “I 60anni di Romagna mia” avete portato con orgoglio “romagnolo” il liscio verso il futuro facendolo interpretare a molti giovani artisti, perché questa scelta?

Perché ritengo che Romagna mia abbia la stessa forza delle grandi musiche della tradizione popolare oggi note in tutto il mondo. Purtroppo la totale mancanza di cultura da parte di molti operatori del settore e la totale mancanza di sensibilità delle grandi istituzioni pubbliche e private, ha impedito, salvo rari casi, penso a Ravenna Festival dello scorso anno, di dare a questa musica la grande dignità  culturale e il futuro che esso merita. Con alcuni amici proviamo a farlo: le risposte sono molto positive, i musicisti indie sono molto legati alla tradizione della loro terra come dimostra anche il CD Transromagna che facemmo intorno al 2000 con tante reinterpretazioni di grande livello delle più note canzoni di liscio.

Come è avvenuta la scelta delle canzoni da reinterpretare durante questo evento speciale per il Mei 2014?

In questo caso ci siamo affidati alla sensibilità delle band presenti nella serata e alle scelte fatte insieme a Moreno Conficconi. Sono loro che hanno fatto la scaletta della serata: nomi come Mr Zombie e tutti gli altri presenti nel cartellone sono stati i direttori artistici della serata. Abbiamo anche invitato Mirco Mariani dei Saluti da Saturno che ha fatto un grande lavoro di ricerca sul liscio così come il giornalista di Radio Rai Tre Valerio Corzani. La nostra idea sarebbe, per il prossimo anno, grazie all’impegno della Regione e di tutto i il settore musicale, fare una grande Notte del Liscio con grandi artisti e gente che arrivi da tutta Italia.

Nel processo/spettacolo a San Mauro Mare alla Romagna di Secondo Casadei (2006) l’accusa dello scrittore Eraldo Baldini era questa: ” la degenerazione dello stereotipo della Romagna del folklore conseguente alla tradizione musicale promossa dalle orchestre-spettacolo «alla Casadei»”, cosa ne pensi? 

Non sono d’accordo, anzi: Ciao Mare e Simpatia sono state come nuove Romagna mia negli anni Settanta e un certo modello di orchestra spettacolo fa parte anch’essa del modello tradizionale oramai , un po’ come gli sciucaren (suonatori di frusta). La degenerazione c’è stata dopo, nelle scelte stilistiche delle orchestre degli anni Novanta. Un esempio su tutti.  Negli anni 50 in Italia, mentre arrivava il rock, Secondo Casadei dava un’ identità alla nostra terra con Romagna mia e tutto il suo repertorio. Invece negli anni ’90, con l’arrivo della Lambada e della Salsa, tutte le orchestre si sono piegate a copiare lambade e salse, spesso con scarsa qualità, aprendo di fatto il mercato della musica da sagra alla concorrenza! Da lì in poi e’ stata una Caporetto per il Liscio con orchestre che oramai fanno una parte di  liscio in un’area ghettizzata della scaletta, dopo aver fatto balli stranieri e tutti i polpettoni pop dagli anni sessanta fino ad oggi. La morte della tradizione. C’è qualcuno che ha resistito e va premiato, ma tutti gli altri hanno buttato al vento una tradizione centenaria. Io credo che questo “svendersi” sia successo perché i musicisti degli anni Novanta di liscio non avevano la cultura musicale necessaria per rinnovare il repertorio adeguandolo ai tempi che cambiavano, come era successo fino ad allora.
Ora bisogna riprendere coi giovani che fanno ricerca e innovazione la bandiera della tradizione e proiettarla al futuro: Romagna mia con tutto quello che vi è intorno è una delle nostre industrie economiche oltre che bandiera culturale non delocalizzabile, una cosa sulla quale serve fare investimenti! Il MEI  vuole fare la sua parte e proporrà alla Regione fin da ora la Grande Notte del Liscio per il 2015 in occasione della prossima Expo’ di Milano. Speriamo che questa occasione non si perda.

Quest’anno al MEI avete spostato l’attenzione sui Corvi.  Tu hai detto: la prima Indie  band della storia della musica italiana. Giordano, puoi raccontarci questa storia?

Brevemente.  I Corvi sono stati uno dei complessi-meteora degli anni Sessanta.  Con “Un Ragazzo di Strada” hanno però segnato l’epoca del beat Indipendente caratterizzandosi come un complesso completamente fuori dagli schemi, grazie anche al corvo appollaiato sul basso di uno dei musicisti del complesso!  Dopo “Sospesa a un filo” il loro successo però e’ scemato grazie anche a un carattere molto indie e contrario ai compromessi con la discografia. Abbiamo fatto una mostra della loro storia che è davvero avvincente e sul palco del MEI  2014 c’è stata una cover di Un Ragazzo di Strada con artisti indie e abbiamo premiato la band per i loro 50 anni di carriera.

Il MEI da vent’anni propone le migliori realtà musicali emergenti (lo dimostra la costante che vuole molti degli artisti che si esibiscono al Festival San Remo “scoperte” del MEI). 

Si’, ma non solo a Sanremo! li troviamo poi al festival del Primo Maggio e sui principali cartelloni dell’estate della nuova musica italiana all’estero. Speriamo di proseguire e “prenderci”. L’anno scorso quattro delle nuove proposte di Sanremo erano state premiate al MEI e vi avevano presentato i primi lavori, tra tutti il grande amico Zibba.

Secondo la nostra Guida di Enogastronomia Musicale “La Palestra del Cantautore”  la bella musica spesso ha di contorno un buon piatto, del buon vino, degli amici.  E’ rimasto intatto questo binomio nel mondo della musica attuale? Siete influenzati dalla tavola quando pensate ai vostri eventi essendo anche Faenza terra di buone osterie?

Il MEI ha uno strettissimo rapporto con l’Osteria della Sghisa, un ristorante di grande qualità, attento ai prodotti del kilometro zero, curato da Walter Dal Pane, purtroppo prematuramente scomparso, con il quale ha fatto tante iniziative. Molte nuove canzoni del mondo indie, anche note, e molti nuovi progetti sono nati al MEI su quei tavoli, bevendo e mangiando i buoni prodotti locali. Segnaliamo tra l’altro che il vino del MEI lo imbottigliammo un anno con il vitivinicoltore indipendente Leone Conti.  Dalla morte di Walter, il socio Gianmaria Manuzzi ha poi creato, grazie anche ai musicisti amici del MEI e di Walter, il Collettivo Dal Pane con Roy Paci, Pino Marino, Roberto Angelini, Zibba e tanti altri artisti.

Per approfondire vai su lisciomuseum.it

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Intervista a Zibba

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