Alcuni studiosi siciliani raccontano che quando Donna Saridda portò in tavola un piatto di pasta fumante condito con melanzane fritte, pomodori, ricotta salata e basilico, il commediografo Nino Martoglio esclamò: ”Pari ‘na Norma” per lodare qualcosa di stupendamente bello… o buono?
Non immaginava certo che la pasta alla Norma sarebbe stata uno dei piatti più conosciuti nel mondo e che, nel tempo, avrebbe scatenato dispute quali: qual è il formato di pasta più adatto? E’ meglio la ricotta salata o quella al forno? Le melanzane, al posto di friggerle, si possono gratinare?
Chissà quante persone mangiando una pietanza di simile bontà, tutto secondo la tradizione mediterranea, sono andate, vanno o andranno con il pensiero al melodramma di Vincenzo Bellini?
Catanese, classe 1801, primo di sette figli, ebbe come primi maestri di pianoforte il padre e il nonno.
La Norma, opera in due atti, su libretto di Felice Romani tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Soumet, racchiude al suo interno una drammatica storia d’amore in un contesto politico equamente tragico.