Osteria del Sole

Punto d'incontro leggendario. La sua magia resta intatta dal 1465

Pochi passi, spesso a ritroso, alle volte aprono mondi e regalano incontri che ci fanno alzare i calici al cielo e brindare per il fatto di vivere in una città come Bologna. Solo pochi passi infatti, da Piazza Maggiore, lasciandoci San Petronio alle spalle, poi giù nella confusione di via degli Orefici, nel cuore del mondo bolognese.  In questa zona della città trasformata dall’omologante grido “fighetto” dello street food (tanto che ti verrebbe da urlare: “Cessate il cuoco!” per citare un illustre cittadino bolognese come Bergonzoni) basta chiudere gli occhi per immaginarsi i tempi che furono.
All’inizio della via si svolta rapidamente per il vicolo dei Ranocchi dove, presumibilmente, si vendevano i gracchianti animali da cucinare in umido o fritti, trovi una porta con una semplice insegna, la apri e sei all’Osteria del Sole, con la sua magia intatta dal 1465.

Punto d’incontro leggendario è l’Osteria del Sole di Bologna. Nel vicolo dei Ranocchi, in pieno medioevo,  oltre alle ottime rane fritte potevi gustare grassi pesci da macero, tipo il pesce gatto. Nell’osteria trovavano riparo i viaggiatori stanchi perciò, a fianco dell’osteria, nei secoli seguenti fu costruita anche una grande stalla.
Tra queste mura passarono e passano tutt’oggi illustri personalità,  gente che ama rilassarsi in osteria! (come attestano le tantissime fotografie nelle pareti).  Nel 1890 dal “Sole” passò nientemeno che Buffalo Bill, con i suoi cavalli meravigliosi e gli abilissimi cavalieri Cheyenne, per offrire il divertimento del circo ai bolognesi.
In questo storico  ritrovo  puoi assaggiare i frizzanti bolognesi, il Lambrusco e il Pignoletto, oltre che tanti altri ottimi vini ma non si ordina da mangiare! Il companatico infatti, come tradizione, lo si compra fuori, nei vicoli del centro e lo si mangia al “cartoccio”,  seduti comodamente ai grandi tavoli di legno.
Perché magari non gustare la mortadella bolognese? Il padre domenicano Jean Baptiste Labat, nel 1706, tentò di scoprire la ricetta del mitico salume, ma alla fine della sua ricerca constatò avvilito:
“Mi hanno detto cose così diverse che non oso riferirle per non passare da mentitore”.

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