Osterie di Giovanni Manzoni

Nella romagnola ferrarese. Lavoratori, sovversivi, banditi, bracconieri, poeti.

Nella prefazione di questo libro, curata da Ivo Tampieri, si racconta la storia delle osterie, luoghi di cui “si pensa e si dice un gran male”  perché qui si beveva vino, si faceva una partita a carte con gli amici, si combinava qualche affare e spesso qualcuno si ubriacava. Non erano quei locali che consideriamo oggi osterie (luoghi rustici dove ritrovare i sapori tradizionali) e non erano dei wine bar, caffè, pizzerie, ristoranti , B & B oppure Hotel (anche se i viandanti talvolta vi trovavano persino da alloggiare) ma  le osterie erano comunque, secondo la tesi di Tampieri, le antenate dei moderni luoghi di divertimento.

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Le osterie sono stati luoghi di riposo per i lavoratori;  pensate che l’Hostaria del Chiuchiolino, oggi “Al Brindisi”, è nata come mensa per gli operai che stavano edificando la Cattedrale di Ferrara. Questi luoghi sono sempre stati punti di incontro e di divertimento collettivo. Per molto tempo le osterie sono state ritenute covi di rivoluzionari e sovversivi e usate da banditi, bracconieri e coloro che avevano guai con la giustizia
Fin qui però (tranne la mancanza di sovversivi e rivoluzionari, se non a parole) non c’è niente di incredibilmente diverso dai bar di oggi, eppure sembrano ormai appartenere ad un mondo che non c’è più.  Forse da qui deriva il fascino che hanno su di me. Il fascino che ha un mondo diverso dal nostro ma che io non posso descrivere, intanto perché le osterie (e le storie) di cui parla Manzoni io non le ho mai viste e vissute e poi perché il mondo cambia per ogni individuo in maniera diversa e ognuno ha il suo modo di vedere il cambiamento, quindi non vedo perché descrivere il mio.
L’autore in questo libro narra delle osterie della romagnola ferrarese ricostruendo la loro identità  e arricchendo le descrizioni con  documenti e foto d’epoca. Questa sì che è una certezza: la ricerca di una storia locale deve passare attraverso le osterie dove si andava soprattutto a bere un bicchiere di vino “ più o meno di qualità, ma sempre genuino”  perché, come dice Mario Soldati nel suo libro “Vino al Vino”, la ricerca di una civiltà autentica, legata alla terra e al clima, passa per il vino, uno dei suoi prodotti più sinceri in quanto frutto dell’equilibrio tra natura e cultura.

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