“ Cliente vale cliente. Per noi commercianti la politica non esiste. Pàgati la tua birra, siediti a un tavolino e chiacchiera quanto vuoi. Questi sono i miei principi…”.
L’oste Palivec dialoga con Sc’veik, riformato alla leva per reumatismi e idiozia accelerata, ma entrambi vengono arrestati da un agente in borghese per i loro strampalati discorsi e accusati di alto tradimento.
E’ qui, all’Osteria del Calice, a Praga, che iniziano le avventure del buon soldato Sc’veik.
Una storia che racchiude centinaia di altre storie per dare una descrizione delle devastazioni e miserie della prima guerra mondiale come appaiono agli occhi del protagonista ,ingenuo ma astuto, ottimista, solidale, ondeggiante tra l’idiozia e l’ingegno.
“Quando questa guerra sarà bell’e finita vieni a trovarmi. Mi troverai ogni sera dalle sei in poi all’osteria “ Al calice”, in via Na Bojišti.” Il buon soldato Sc’vèik saluta il commilitone, il vecchio zappatore Vodicka che, mentre si allontana, gli chiede:” Sc’vèik, ehi, Sc’vèik, che birra hanno all’osteria Al calice?”
Come un eco si sentì la risposta di Sc’vèik: “Di Velkopopovice. Ci sono pure delle ragazze.”
Inizio guerra. Fine guerra. E’ sempre l’osteria che va in scena. L’osteria, un luogo caro, come per altri è la propria casa in cui il buon sodato spera di tornare.